venerdì 16 novembre 2007

Recensione

MAESTRI
Incontri e dialoghi sul senso della vita

Di Renato Farina
Ed. Piemme, 2007

Due parole di presentazione del testo.


New media: multimedialità, You tube. Milioni di bit, miliardi di voci: comunicare è una necessità. Possibilità infinite. Per dire cosa? A chi? Questo è il punto. C’è qualche cosa di essenziale da dire “O quei milioni di miliardi di bit a cui attingere hanno lo stesso sapore di niente di quando si sale in ascensore e a quello che è accanto a te non sai proprio cosa dire?”
Cerchiamo qualcosa che sia adeguato al nostro desiderio di felicità, di bellezza…
Prendere coscienza di questo desiderio insaziabile che nessuna filosofia può colmare: il vertice della ragione.
Ma il problema resta. Chi può rispondere a questa domanda inesauribile?
“Maestri” indica una strada possibile. Per me, per noi. Si parte da un fatto: “la vita è fatta di incontri. La conoscenza è incontro. Tutto è incontro… “ci sono incontri nella vita che ci aprono le finestre. Rompono il muro, e dietro vediamo qualcosa di azzurro. Che è segno di qualcos’altro. E quello che viene spalancato è il cancello della ragione…”.
Un “imprevisto è la sola speranza”, dice Farina, riprendendo una poesia di Montale. Questo imprevisto che è l’incontro, questo avvenimento è la caratteristica dell’Essere nel tempo. Ma bisogna lottare perché “è una stoltezza dirselo”. La mentalità dominante nega questa possibilità, rinchiude la ragione in una cella angusta e uccide la speranza.
L’incontro non è un’idea, una categoria astratta. E’ una realtà sperimentabile, che cambia. Avviene nel tempo, nella storia, tra gli uomini. Si diventa amici del Mistero dell’Essere grazie a degli uomini, vivi o morti. Sì, anche morti o, meglio, solo apparentemente morti. Perché sono da un’altra parte. In cielo.
Farina, riprendendo il diario della sua agenda di cronista ci provoca ad un incontro con 14 maestri, tra i più grandi del secolo scorso e di questo millennio appena iniziato. Molti cristiani, alcuni atei, ma tutti religiosi. Con in comune una ragione spalancata sul mondo, un cuore vivo e qualche cosa di urgente di cui parlare.
Ho letto il libro. Mi ha affascinato, commosso. L’inizio del cambiamento. Ho appreso cose nuove; eccone una: “Maestro”, uno che ti dice “Ti voglio bene”.


Giorgio Razeto

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